E con il drop bar!
E' stata una uscita davvero bella. Tra le migliori fatte sino ad oggi.
Il primo motivo è che mi alleno regolarmente sui rulli da due settimane. Questo mi ha permesso di essere un poco (davvero poco, però) più lucido e di godermi maggiormente tutte le sensazioni di guida. Ho percorso sempre il "solito" circuito che ho battezzato il "giro del pagliaccio" perché sembra che il monte subito dietro al casale dove abito si chiamasse così (fonte: IGM).
Intanto ecco il ferro che è usato per il giro:
I rapporti sono risultati un po' duri. La cassetta posteriore è da 12-28 (la dentatura racing dei tempi passati) e la tripla da 26-36-46 denti. Forse su una bici da 11 kg è troppo. Probabilmente passerò ad una cassetta da 12-32 (Shimano per la serie XTR M900 produceva solo queste due cassette).
In salita il drop è veramente formidabile. Ho percorso i pochi chilometri di asfalto senza alcun problema e sullo sterrato è stato ancora più piacevole.
Con il manubrio stradale si possono spostare le mani in più posizioni rispetto alla normale piega dritta (o rise).
Ho trovato il reggisella poco stabile nel piantone e tendeva a spostarsi (abbassandosi) durante la guida. Arrrivato a casa ho tolto il qr di Ringlé e ho messo una più sicura vite e bullone (tanto, una volta regolato non si abbasserà mai più).
Alla fine della salita ho preso un po' di fiato per iniziare il sentiero (molto scosceso) verso casa.
Ho notato che non è molto difficile guidare la bici in discesa con le mani sulla parte bassa del manubrio. Per un momento mi sono sentito vicino a... passatemela... Tomac!
D'altronde, per chi è cresciuto con il Mito, avere una bici col drop non puù che essere un tributo a lui e alla sua meravigliosa Yeti.
Terminato il giro, a casa ho scattato le due foto di prima.
Devo dire di essere assolutamente soddisfatto. La bici è andata bene, nessun problema tranne il reggisella.
cyb
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