Ho letto parecchio questo fine settimana (e parecchio, per me, significa uno o due post su qualche sperduto blog occidental-americano, dove il biker è sempre integralista-controcorrente-dandy) sulla questione della cambiata non_indicizzata.
In effetti, l'idea sottostante è pienamente condivisibile e, nell'ottica generale della Marin attuale, percorribile.
Rispetto alle meraviglie tecnologiche di una cambiata indicizzata a 8-9-10-11 velocità, un comando cambio a frizione (senza indicizzazione) permette almeno 3 vantaggi.
1. vantaggio di sopravvivenza: se si danneggia il cambio, il comando a frizione cambia sempre, e sempre permetterà di tornare a casa;
2. vantaggio tecnico: indipendentemente dal cambio posteriore e dal pacco pignoni, con un comando a frizione si può comandare tutto;
3. vantaggio soggettivo: la cambiata a frizione non è immediata e ha sempre bisogno di uno o due piccoli "ritocchi" per allineare il cambio posteriore (credo che anche i più bravi e sensibili possano avere bisogno di un aggiustamento del cambio), questo impedisce di passare con leggerezza da un rapporto ad un altro e consente di pensare in termini vicini al singlespeed.
In quest'ottica, ho rimesso nuovamente mano alla Marin. Devo ammettere che quanto mosterò sembra di colpo andare contro quanto appena scritto ma per un'uso poliedrico su pendenze non trascurabili, è necessario tutto ciò.
e poi:
Per riepilogare, ho tolto il manubrio replica Jones e rimesso un Truvativ rise da 680 sul solito attacco manubrio da 100mm.
Ho sostituito all'anteriore la corona singola da 29 e usato una guarnitura Specialized Strongarm II (in un bel grigio titanio) con corone da 24-36 (e cassetta da 11.34, forse esagerata).
cyb
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