Dunque (conclusivo): qui le bici fanno proprio piangere.
Ieri, sabato, decido di andare in un negozio di bici che pare piuttosto conosciuto.
Mi faccio la mia mezz'ora di strada (a piedi, che per adesso ho solo quelli) e arrivo in questo posto che pare un deposito di scorie radioattive, ma senza le scorie -almeno quelle avrebbero fatto scena!
Appena fuori trovo una struttura per appendere le bici, con almeno dieci bici tutte più o meno arrugginite.
Entro dentro e la bici più bella che vedo (o la meno scarsa) è una cosa di alluminio, col gruppo misto a base di Shimano Sora, con le ruote che sembrano quelle dei bersaglieri della prima guerra (e quelle erano molto più robuste).
Chiedo di vedere qualche cosa che sia adatta al "turismo" e mi mostrano questa: Dawes Galaxy.
Usata così tanto che i pignoni sembravano cinque e non otto. Lascio stare il resto.
Mi hanno chiesto una cifra fuori da ogni logica, per la bici in sé e per la bici usata com'era.
Ora, sarò pure snob o frustrato o solo cretino, scegliete, ma non si può chiedere una cifra del genere (che non menziono per pudore) per una bici così.
Continuo a pensare che sarà meglio portarsi una bici da casa.
c
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